Le Mascherate

Il gruppo teatrale “Le Mascherate” dell’Associazione Famiglia Veneta di Rosario si è formato nel 1998.

È stato il primo gruppo ufficiale a rappresentare il Carnevale Veneziano con costumi tipici e personaggi della Commedia dell’Arte, espressione artistica per eccellenza della città di Venezia. Da allora e fino ad oggi, partecipa agli Incontri delle Collettività della città di Rosario.

Il caloroso riconoscimento del pubblico ha portato il gruppo, grazie alla sua esibizione, in diverse località di varie province, così come in Brasile, partecipando al “Primo Incontro di Cori del Mercosur”. È stato l’unico gruppo non corale invitato all’incontro.

La crescita de “Le Mascherate” ha portato all’incorporazione di nuovi membri. Attualmente, oltre ai membri originari, conta su nuovi attori e attrici di questa città, con costumi e maschere rinnovati, tutti di radici veneziane, e alcuni nativi della Regione Veneto.

Venezia, pur lontana dal suo splendore medievale, non ha mai dimenticato di essere stata la città più ricca del suo tempo, mantenendo i gusti e le passioni del suo brillante passato.

Ha sempre amato il lusso e le feste. Il Carnevale Veneziano era il più famoso e la sua celebrazione più caratteristica, una tradizione che risale all’XI secolo e che nel XVIII secolo conquistò la fama di “La Città del Carnevale”.

Venezia… La Serenissima, era già una Grande Potenza che dominava il Mediterraneo. Signori di tutta Europa giungevano nella “città dei canali” per godersi le sue strade, piazze, teatri e feste private.

In incognito, indossando abiti e maschere, Re e Principi delle Corti Europee si abbandonavano a feste, e in quell’occasione rendevano omaggio alla libertà, all’abbandono delle apparenze e degli obblighi sociali.

Le maschere rappresentavano la libertà: uomini e donne potevano esprimere le loro emozioni e sentimenti, garantendo il loro anonimato. Inoltre, davano al loro portatore libero accesso a tutte le porte di palazzi e luoghi popolari, confondendosi senza distinzioni sociali con tutti i partecipanti.

La sua rilevanza si mantiene fino ai giorni nostri, dove migliaia di visitatori e veneziani ogni anno rivivono la magia del Carnevale Veneziano, una tradizione che persiste, emoziona e vibra dalle notti dei tempi.

Personaggi della nostra compagnia

EL SOL

Resplandeciente máscara de fantasía del carnaval, símbolo alegórico de alegría, calidez y amistad.
Amigo del bien y de los enamorados.

BAUTA

Personaje noble veneziano, la “Máscara Nacional de la Serenissima” y la más antigua, representativa de la vida cotidiana interna de la ciudad de Venezia.

Su máscara es blanca, puede esconder la real identidad y se caracteriza por no distinguir jerarquías de orden social, de edad o de sexo, lleva una rosa roja para conquistar a las elegantes damas venezianas.

DAMAS VENECIANAS

Pertenecen a la Aristocracia Veneziana. Visten costosos y elegantes trajes luciendo máscaras delicadas y mostrando gestos refinados.

Cultas e instruidas, de actitudes modestos y amables. Románticas y afectuosas cuidando siempre la imagen y el buen gusto.

PANTALONE

El personaje más antiguo de la Comedia del Arte originario de la región del Veneto.

Esta máscara representa a un viejo sabio muy conservador y avaro, libidinoso con las damas de la Corte, pero muy celoso y protector de su hija.

LOS TURCOS

Esta original máscara “Il Naso Turco” satiriza a uno de los habituales enemigos de los venezianos en épocas de las cruzadas, los turcos; quienes caracterizados por sus atuendos de colores llamativos, adornados con oro y joyas marcaban su poder económico llegando a Venezia como fuertes rivales comerciales.

Esto inspiró a una de las clásicas representaciones callejeras del Carnaval en las que hacían simulacros de batallas de Moros y Venezianos.

PULCINELLA

Personaje de la Comedia del Arte oriundo de Nápoles.

Siervo tontezco, independiente y voluble tanto en el comportamiento como en el vestir. De expresividad napolitana rica en inventiva, con mucha predisposición mímica. Dotado de una gran agilidad, vivaz, acrobático, rítmico casi como un danzarín.

ARLECCHINO

Personaje de la Comedia del Arte, originario de Bergamo.

Sirviente rústico, servicial y siempre dispuesto.

De personalidad ingenuo, espontáneo, distraído, tonto, necio y mentiroso. Agil, acrobático, pantomimo y saltimbanqui casi nunca camina y anda siempre saltando sobre puntas de pies y como particularidad, en el cinturón lleva una paleta de madera llamada “Batocho” para cocinar ricas polentas porque siempre está hambriento.

COLOMBINA

Personaje de la Comedia del Arte, de origen veneziano.

Sierva coqueta y vivaz, de expresividad contenida pero simpática a la vez, a veces entrometida sabe arreglar con gran desenvoltura los negocios de su ama pero sin descuidar los suyos.

L’origine e il significato del carnevale di Venezia ha come fonte due antichissime tradizioni. Da un lato, i saturnali dell’antica Roma, durante i quali l’ordine sociale era sovvertito. Schiavi e cittadini liberi festeggiavano con musica e danze sfrenate.

Dall’altro lato, i culti dionisiaci greci, grandi feste religiose con processioni e rappresentazioni teatrali che ricorrevano all’uso delle maschere.

Carnevale di Venezia

La parola “carnevale” viene utilizzata per la prima volta in un documento pubblico nell’anno 1094 dal Doge Vitale Falier. Nel 1296 un editto del Senato della Repubblica di Venezia dichiara festivo il giorno precedente all’inizio della Quaresima. L’aristocrazia veneziana concedeva l’opportunità di divertirsi e organizzare feste con musica e balli sfrenati.

Attraverso l’anonimato della maschera, le divisioni sociali venivano livellate, permettendo di ridicolizzare le autorità e l’aristocrazia come un modo per placare le tensioni e alleggerire il malumore popolare.

Le maschere nascondevano qualsiasi riferimento all’identità (sesso, età, classe sociale). Infatti, il saluto tra i “personaggi” era: «Buongiorno signora maschera!».

Il mestiere dei “mascareri” (artigiani delle maschere) fu riconosciuto nel 1436 dallo Statuto della Repubblica di Venezia. Il personaggio più popolare era la “Baúta”, composta dalla maschera bianca chiamata “larva”, un tricorno nero e un mantello nero chiamato “tabarro”. Veniva usata sia dagli uomini che dalle donne.

In origine, il carnevale iniziava la prima domenica di ottobre. Nel 1700 fu ridotto a 6 settimane, dal 26 dicembre fino al martedì grasso.

Durante il carnevale, le celebrazioni, gli scherzi, i divertimenti e gli spettacoli si svolgevano in tutta la città, soprattutto in Piazza San Marco, lungo la Riva degli Schiavoni e nei principali campi di Venezia.

Oltre alle grandi manifestazioni in piazze aperte, si diffondevano piccole rappresentazioni e spettacoli di vario tipo (anche molto trasgressivi) in case private, teatri e caffè della città.

Vi erano giocolieri, acrobati, musicisti, ballerini, spettacoli con animali e altri intrattenimenti con i costumi più immaginativi e variopinti. I venditori ambulanti offrivano ogni sorta di merce, dalla frutta di stagione a tessuti lussuosi, spezie esotiche e cibi provenienti da paesi lontani.

Nelle case dei lussuosi palazzi veneziani si iniziarono a organizzare grandiose e lunghissime feste con sontuosi balli in maschera.

Il teatro è indissolubilmente legato al carnevale. Inizialmente le opere venivano presentate in palazzi privati. La creazione di teatri e la formazione di compagnie ebbe il suo apice nel 1700, con il drammaturgo veneziano Carlo Goldoni come principale esponente della commedia dell’arte.

La caduta della Repubblica di Venezia per mano dei francesi segnò il declino del carnevale storico, che ebbe la sua ultima edizione proprio nel 1797, consentendo da allora in poi solo festeggiamenti in palazzi privati o il “ballo della cavalchina” nel teatro “La Fenice”.

Fu solo nel 1967 che il carnevale riprese a essere celebrato pubblicamente a Venezia, e dal 1979 assunse la forma del carnevale moderno che conosciamo oggi, grazie al sostegno del Comune di Venezia e di organizzazioni della società civile.

Il carnevale moderno dura dal sabato precedente al giovedì grasso fino al martedì grasso e include manifestazioni simboliche come: il volo dell’angelo o il volo della colombina. Questo evento si ispira all’antico “svolo del turco” di metà Cinquecento, quando un acrobata turco camminò su una corda da una nave fino al campanile di Piazza San Marco. Una tragedia avvenuta nel 1759 segnò la fine dello spettacolo.